lunedì 21 gennaio 2013

Madoro...ti adoro!

Buongiorno!

Siamo a Breganze (VI),  un paese di collina nelle Prealpi venete. La protezione naturale offerta dall'Altopiano di Asiago determina un clima estremamente mite, che favorisce la coltura della vite e dell'olivo. Non a caso, già nel Cinquecento, la nobiltà veneziana amava trascorrere le estati in questa zona. 
Qui troviamo la Cantina Maculan che opera da anni come azienda agricola.
Siamo alla terza generazione "dal 1947 mio nonno vinificava principalmente, non era viticoltore,  poi mio papà Fausto nel 1970 cambia tutto diventando enologo, fino ad arrivare alla vera trasformazione quando sono arrivati i vigneti nel 1980" ci spiega Angela, la figlia, "queste cose innovative all'epoca erano guardate male, ma ora abbiamo cinquanta ettari nella zona tra Cabernet,  Souvignon, Merlot, un po' di Pinot Nero, Marzamino  e Vespaiolo".
Angela ci racconta con passione la storia della sua famiglia e della sua Cantina, passione arrivata non proprio in maniera automatica, anzi, per un po' l'ha "rinnegata". Pur amando da sempre andare per vigne, è a 19 anni che scopre che non può far a meno di continuare con l'attività, quando fa il suo primo viaggio di lavoro insieme al papà negli Stati Uniti. Da allora si occupa dell'export dell'azienda, viaggiando in tutto il mondo, orgogliosa di far conoscere il nome ed i vini della sua famiglia.
Giro veloce in cantina e degustazione guidata di alcuni vini fra una chiacchiera e l'altra.
Io ho conosciuto Maculan quando ho comprato il mio primo panettone che Loison aveva fatto in collaborazione con loro, il panettone al Torcolato. Poi da lì ho iniziato ad assaggiare il Torcolato, il Dindarello e gli Acininobili.
Venire in cantina è stata l'occasione per scoprire nuove etichette.


Ad esempio il Brentino 2010: di colore rubino intenso con toni leggermente granati, un profumo ampio e fruttato con sentori di legno, al palato asciutto e di buon corpo, equilibrato con stoffa lunga, nerbo sentito e di carattere, lunga persistenza dell'aroma in bocca. E' un taglio Merlot Cabernet molto tipico e prende il nome dal fiume Brenta e la Brenta è anche un contenitore che veniva usato per consegnare il vino e i liquidi. Stiamo quindi parlando di un vino tradizionale in visione moderna.
Chiedo ad Angela quali sono i fiori all'occhiello della Cantina e risponde senza esitazione "Acininobili, Fratta e Crosaro".
Come ogni volta che giro per cantine, anche in questa occasione mi innamoro di una etichetta: il Madoro.
Di colore rubino impenetrabile, dal bouquet intenso di frutti rossi, con note di mora, mirtillo, marasca, al palato dolce e pieno, di notevole struttura, ma equilibrato. E' un Marzemino per l'80%, il resto Cabernet Sauvignon. 


Maculan...provare...per credere!

martedì 15 gennaio 2013

Il Domasino, il vino del lago di Como

Buongiorno!

Era dal Vinitaly che avevo come tappa programmata la visita alla Cantina Sorsasso. Tappa obbligata per una laghee come me, visto che stiamo parlando del vino del Lago di Como.
Siamo a Domaso (CO) e ad accoglierci ci sono Roberta e Daniele Travi.
Da una tradizione di famiglia, che risale al 1800, dopo uno stop di qualche anno, ecco che la terza generazione nel 1997 riprende in mano le redini dell'azienda con la volontà di riproporre un’antica passione vitivinicola.
"Dalle nostre uve coltivate sulle colline di Domaso Alto Lago di Como, con moderni metodi di vinificazione, produciamo i nostri vini caratterizzati dagli intensi profumi che ricordano la terra di origine" ci spiega Daniele Travi "con la tenacia e grazie alla profonda dedizione al proprio lavoro, prerogative imprescindibili per chi ha deciso di realizzare una moderna azienda, sempre ricercando l’ eccellenza qualitativa come obiettivo principale, non si è mai abbandonata la filosofia del piacere di produrre vino".

giovedì 10 gennaio 2013

Credevo fosse un'amica e invece era una stronza!

Buongiorno!

“Ognuna di voi lo sa: le amiche sono un bene prezioso. Ma solo fino a prova contraria. E la prova contraria arriva quando ci deludono o ci tradiscono, ci mentono o ci accoltellano alle spalle. Allora scopriamo che non erano vere amiche e ci sentiamo irrimediabilmente sole. È per rimediare a questa solitudine che Irene Vella ha scritto il suo libro”.
Cristina Parodi

Arrivare a casa e trovare sul tavolo il libro di Irene Vella è un bellissimo regalo che appaga la lunga giornata avuta.
Vi avevo già parlato di lei, mesi fa, per l'uscita di "Sex & The Cake" (Malvarosa, 2011), occasione indimenticabile che mi ha portata a conoscere questa straordinaria donna.
Ancor più emozionante e gioioso è stato quel pomeriggio, con caldo torrido sulle spiagge di Cesenatico, passeggiare io e lei e raccontarci le nostre vite come fossimo amiche di sempre, tra un caffè shakerato e i piedi in mare.
Oggi potete vederla tutti come inviata al "Cristina Parodi Live" e leggerla su "Visto", "Tu Style" o sui blog "Da domani si cambia" e "Nate stronze".

martedì 8 gennaio 2013

Terrina di gorgonzola al miele

Buongiorno!



"Lo si schiaccia dolcemente
tra lingua e palato:
lentamente fresco e delizioso,
comincia a fondersi:
bagna il palato molle,
sfiora le tonsille,
penetra nell'esofago accogliente e
infine si depone nello stomaco
che ride di folle contentezza"
(G. Flaubert)





Sulla mia tavola negli ultimi giorni c'è stato molto gorgonzola, come già vi ho detto. Questo da quando  il libro Gorgonzola My Love è entrato in casa mia.
Questa di oggi io l'ho chiamata alternativa al patè, nulla a che vedere con il patè, ma di sicuro una valida alternativa se il patè non ti va.

Ingredienti:
250 gr di gorgonzola piccante Igor
125 gr di burro
1 cucchiaio di miele

Procedimento:
Fare sciogliere il burro con il miele.
Tagliare il gorgonzola a cubetti e metterlo nel frullatore, aggiungere il burro e il miele sciolti.
Frullare fino a formare una crema.
Foderare uno stamppo con la pellicola, versare il composto e metterlo in frigorifero per almeno 30 minuti.
Rovesciare la terrina in un piatto, togliere la pellicola e affettare.
L'ideale sarebbe servire con dell'aceto balsamico che, purtroppo, io non avevo in casa.


lunedì 7 gennaio 2013

Spaghetti alle cime di rapa

Buongiorno!

Basta fare un giretto al mercato comunale di Milano, in un normale sabato pomeriggio, per decidere che è da troppo tempo che non mangio le cime di rapa.
E' un ortaggio tipicamente italiano, ma introdotto dagli emigranti e si coltiva anche negli Stati Uniti e in Australia. In Italia il 95% della superficie coltivata si trova in Lazio, Puglia e Campania.
E' un ortaggio autunnale e invernale (seminato o trapiantato in primavera o all'inizio dell'autunno) molto apprezzato per il suo basso valore calorico, per il contenuto in sali minerali, vitamine e fattori antiossidanti.
La cima di rapa è largamente utilizzata e molto diffusa nella cucina tradizionale meridionale, in particolare in quella pugliese.
Viene consumata cotta e rappresenta l’ingrediente principale di numerosi piatti tipici, tra cui si ricordano le famose "orecchiette e cime di rape" (e "o strascinati e cime di rape", "rape stufate col peperoncino", "fave e rape", "cime di rapa lesse condite con olio extravergine di oliva"). Su La Terra di Puglia trovate ricette inerenti come le orecchiette.
Avendo io preso anche dei caprini freschi e dei caprini in crosta di ribes, ho pensato ad una pasta per la serata.

venerdì 4 gennaio 2013

Baccalà e bollicine di Talento!

Buongiorno!

In occasione della festa di S.Martino, nell'Oltrepo' Pavese si aprono le cantine. Quest'anno, per la prima volta, ci sono andata e sono venuta a conoscenza di una nuova cantina: La Piotta, a Montalto Pavese (PV), produzione di vini e spumanti da agricoltura biologica per mano della famiglia Padroggi.
Il nome “La Piotta” deriva, con ogni probabilità, dagli insediamenti piemontesi del luogo (la zona era una provincia del Piemonte) iniziati già a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, e significa “pietra”, di cui il suolo è ricco. Sulle vecchie carte è poi riportato il nome originale “Piota” al quale è stata dedicata la linea di maggior pregio dell'azienda, la cui produzione è limitata alle annate migliori.
La Piotta nasce nel 1985 con Luigi Padroggi ed oggi è alla sua terza generazione con i figli Gabriele e Mario ed i nipoti Luca ed Enrico.

giovedì 3 gennaio 2013

Zola e pere...al vino

Buongiorno!

Dopo essermi mangiata da sola non so quanto zola e mascarpane al cenone dell'ultimo dell'anno, non posso che dedicare il mio primo post del 2013 proprio al gorgonzola.
"Gorgonzola: passato, presente e futuro di una grande DOP": era questo il titolo di un incontro al quale ho partecipato, a metà di dicembre, presso la sede de Il Sole 24 Ore di Milano.
Un dibattito organizzato da IGOR S.r.l., il principale produttore di Gorgonzola, e animato da Edoardo Raspelli, il più noto giornalista enogastronomico italiano, conduttore televisivo di Melaverde.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...