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mercoledì 25 novembre 2015

Una giornata POP con Teo Musso e Baladin

Buongiorno!

La nuova Baladin POP
Prima di partire per il mio viaggio stampa #Baladin23 mi sono un po' documentata con curiosità sulle Grotte di Bossea (CN), la nostra prima tappa che definirei molto pop. Dalle foto già cresceva il mio entusiasmo per la visita, una volta dentro ne sono rimasta folgorata.
Da Como sono circa 3 ore e mezza di strada, gli ultimi 10 km ho avuto il "piacere" di farli sotto la neve (la prima neve dell'anno l'ho vista qui il 23 di novembre, data da registrare).
All'ingresso una mostra artistica temporanea ti accompagna lungo il primo stretto e basso corridoio prima della scalinata.
Da lì ti trovi davanti ad uno scenario mutevole per natura e ogni volta è uno spettacolo a sorpresa.
Ti trovi davanti alla Potenza, sono 10 milioni di metri cubi d’acqua drenati ogni anno e un totale di 750/ 800 tonnellate di roccia, sciolte, erose ed infine fluitate all’esterno dal fiume sotterraneo. Portate che possono variare in una evoluzione che dura ininterrotta ormai dall’era terziaria.  "Ci sono qui 30 milioni di anni di storia, uno spartito di forme e di profili geologici entusiasmante, un gigantesco libro del passato a tre dimensioni, la possibilità di penetrare il segreto di abissi temporali vertiginosi, e di farlo con gli strumenti di una ricerca avanzatissima. Carsismo, biospeleologia, radioattività naturale, paleoclimatologia, questa la ghiotta mensa per gli scienziati, del Politecnico e dell’Università di Torino, ma anche di Pisa, Genova, Praga e Melbourne" ci spiegano. 
Spazi immensi evoluti per crollo, l’imperio di una caverna scolpita da distacchi veramente epocali, severa, imponente, grandiosa. Un crescendo di forme e di respiro, che sullo slancio di una verticalità del tutto originale, si articola sempre più espanso. Un gioco potentissimo e complesso di equilibri, anche estremamente delicati, il gioco fra la casualità del caos ed il rigore di forme architettoniche e di strutture portanti davvero colossali, archi dalle campate sorprendenti, soprattutto, slanciati per decine e decine di metri a reggere in piedi il velario del tempio ed il cielo di pietra. 
Nulla davvero coincide con l’idea che normalmente le persone hanno di una grotta: il carattere completamente diverso, la severità dell’insieme, una potenza che mette soggezione, il rumore di un fiume perenne che scorre.






Con gli scarponcini ai piedi, e coperti per i 9° costanti di temperatura che trovi all'interno, abbiamo affrontato la scalinata fino in cima con una tappa che, per me amante della birra, era la meta a cui auspicavo e che mi faceva "sopportare" la fatica. Teo Musso qui, infatti, ci ha presentato la sua nuova birra Metodo Classico, la sua nuova sfida, una nuova esperienza, un modo per rimettersi in gioco nel complesso mondo della fermentazione.



"Tutte le birre da me prodotte", spiega Teo Musso, "sono rifermentate in bottiglia ma, in questo caso, il concetto viene estremizzato con lo scopo di esplorarne i più intimi segreti e le sfumature più nascoste. Per raggiungere questo scopo, dal 2008 sono stati impostati 3 cicli di rifermentazione di lungo periodo. Ognuno di 2 anni nelle cantine di Fontanafredda, in collaborazione con gli enologi che hanno sviluppato il vino spumantizzato “AltaLanga”. Questa tecnica di produzione, denominata “MetodoClassico”, nasce nel mondo del vino, ma si adatta ottimamente alle fermentazioni delle birre". Baladin Metodo Classico non utilizza nella ricetta ingredienti di derivazione enologica: uve, mosto o lieviti. La prima produzione è stata prodotta nel febbraio del 2014 e imbottigliata il 5 di marzo dello stesso anno. Per Teo, nato in questa data, un regalo per i suoi 50 anni. Le 11.680 bottiglie prodotte hanno riposato – tecnicamente lasciate “sui lieviti” – per 18 mesi in birrificio. La sboccatura, ossia l’apertura di ogni singola bottiglia per eliminare il lievito in eccesso, è stata fatta dal 7 al 30 ottobre 2015. Un processo lungo che ha impegnato tante mani esperte e che ha regalato sorprese ed emozioni. La bottiglia stessa, ben 900 grammi di vetro (peso necessario per sopportare le pressioni elevatissime generate dalla fermentazione), è un simbolo degli inizi di Baladin. Ripropone infatti la forma originale adottata da Teo nel 1997 e che per lui rappresenta: “un legame quasi affettivo”. Il risultato è una birra ad elevata gradazione alcolica (10%), dal fine perlage. 
Finita l'esperienza delle Grotte ci aspetta una cena Pop tutta da scoprire.
Possiamo dire che, per la presentazione di una birra Pop, serviva una cucina Pop, quindi la presenza di Davide Oldani era più che giustificata, visto che si parla di una filosofia condivisa di un prodotto innovativo ed accessibile (e visto che poi noi vogliamo il top sempre, a tavola con noi avevamo Adua Villa, la regina del #vinopop).

Baladin POP (popular beer) è la prima birra artigianale italiana in lattina, un'idea rivoluzionaria in Italia. 
"Birra in stile Baladin reinterpretata in chiave pop con l’intento di proporre una birra di grande qualità ma facilmente fruibile. Schiuma bianca e compatta, si presenta di colore dorato. La luppolatura a freddo ̶ dry hopping ̶ che utilizza luppolo in fiore qualità Mosaic e Cascade prodotto in Italia, le dona delicate note erbacee ben bilanciate con la parte maltata. Fresca al naso e in bocca, si completa con un finale secco e gradevole". 
La grafica si ispira a quello che è stato uno dei movimenti culturali più rappresentativi del secolo scoro: la musica pop.
Il pensiero di Teo: “La lattina è un sassolino che volevo togliermi da tempo per sdoganare il concetto di birra di qualità a prescindere dal recipiente.”
"Il POP: Davide esprime questo concetto con la sua cucina ricca di armonia nell’equilibrio dei contrasti, io lo esprimo con una grande birra, ricca di profumi di luppolo ben bilanciati dalle note maltate. Due filosofie artigianali e italiane che si incontrano" spiega Teo. 
Questo il menù:

Nocciole caramellate e salate 
Grissini dolci al cacao
Pasta di salame, panella di ceci, tamarindo e olive croccanti 


Crema di zucca e zenzero, stracciatella, caffè e amaranto soffiato


Bignè erborinato cremoso e semi di malto tostati
Rafano al cucchiaio, mela, marmellata di cipolla e capperi fritti


Timballo di fregola, zafferano, mandorle e uvetta


Pane, pepe nero, Marsala e riso


Ivoire cremoso, terra di cacao, "morbido" alla birra e rosmarino

Ad accompagnare la cena, la musica Pop di Pier Renzo Ponzo