Tutto è nato per caso, una sera a casa di un'amica, curioso nella sua libreria e noto un libro, "Cucinare in lavastoviglie" di Lisa Casali.
Cucinare in lavastoviglie?? Mai sentito! Diventa il libro della serata. Lo studio, lo leggo, cerco su internet informazioni sull'autrice e alla fine, io e la mia amica, ci dilettiamo in una ricetta, la più semplice e possibile da realizzare: le uova. Abbiamo preso due uova, le abbiamo messe ognuna nel suo barattolo, ricoperte di acqua, chiuse ermeticamente e, in mezzo alle stoviglie sporche della cena fatta, le abbiamo cucinate secondo indicazioni. A fine lavaggio...le abbiamo mangiate.
La curiosità mi ha spinta a prendere contatti con Lisa e a chiederle un'intervista per conoscerla meglio. Lei, cortesissima e davvero alla mano, mi ha invitata a cena a casa sua, dove ho potuto vederla all'opera ed assaggiare (e fare il bis) una squisita parmigiana di baccelli di fava (trovate la ricetta sul suo blog). Una piacevolissima serata che mi permette oggi di parlarvi un po' di chi è e della sua filosofia.
Lisa Casali, amministratrice del blog Ecocucina, detta Lisca. Romagnola di nascita ora vive, da diversi anni, a Milano. La cucina e l'ambiente sono il suo pane quotidiano. Cibo e fornelli per passione, l'ambiente prima per studio poi per lavoro come esperta di rischi ambientali. Occupandosi ogni giorno di problematiche di inquinamento e di cucina, è stato per lei spontaneo fondere questi due ingredienti.
Stanca di acquistare passivamente, vuole saperne di più sui prodotti compra. Vuole eliminare gli imballaggi inutili. Inizia a fare esperimenti in cucina partendo da una domanda di base: "ma è proprio necessario buttare via così tanto? Tutte quelle parti che i libri di cucina dicono di scartare sono davvero da buttare via o sono solo più difficili da preparare?".
Oggi può rispondere. Dopo aver sperimentato ed essersi confrontata con alcuni esperti di nutrizione, chef e amici, ha scoperto che, non solo queste parti sono commestibili, ma che in molti casi non hanno nulla da invidiare alle parti "nobili". Inizia da qui l'uso degli scarti, soprattutto vegetali, come foglie esterne di carciofo, gambi di asparagi, bucce, torsoli, baccelli, ecc.
Ciao Lisa, a quando risale il tuo primo esperimento in cucina?
Fin da piccolissima adoravo il cibo e adoravo mangiare. Mia mamma mi racconta sempre che, quando mi davano da mangiare, dovevano essere almeno in due perchè se erano troppo lenti a imboccarmi strillavo come una matta. Quando avevo circa 6-7 anni ho deciso che era venuto il momento di cucinarmi qualcosa da sola, così ho preso cose a caso dal frigo e dal giardino (foglie, erba, frutta, ecc.), le ho messe in pentola con dell'acqua e sono stata ad osservare cosa succedeva, fino a quando si è bruciato tutto. Verso i 15 anni ho invece cominciato a cucinare più seriamente per esigenze familiari. Ho dovuto imparare in fretta perché mia mamma non stava bene e mio padre (come tutti i romagnoli doc) non sapeva fare granché ai fornelli.
Quando hai capito che cucinare era una passione e hai iniziato a frequentare corsi per poter migliorare?
All'università dedicavo un sacco di tempo libero alla cucina e adoravo cucinare per gli amici. Già allora in tanti mi dicevano che ero molto brava, ma, se ci ripenso ora, ero un po' pasticciona e mi mancavano delle solide basi. Appena arrivata a Milano ho trovato moltissimi corsi di cucina, una scelta incredibile e molte scuole qualificate, così ne ho scelta una e mi sono messa a studiare. Ho fatto anche qualche corso sui vini, ho pensato per un po' di voler fare la sommelier, ma poi ho capito che la mia strada era ai fornelli.
Ad un certo punto hai trovato una trade unione fra professione e passione, dando da lì il via a Ecocucina, il tuo blog. In cosa consiste la tua filosofia tra i fornelli?
Consiste in un approccio al cibo consapevole e nella ricerca di una riduzione di consumi, inquinamento e sprechi connessi alla nostra alimentazione e a quello che acquistiamo, consumiamo e cuciniamo ogni giorno.
Ad oggi hai in attivo tre libri, "La cucina a impatto zero (o quasi)", "Cucinare in lavastoviglie" e in questi giorni sei impegnata con la presentazione dell'ultimo scritto "Ecocucina". Com'è nata la collaborazione con la casa editrice e cosa possiamo trovare in queste pubblicazioni?
Trovare un editore per il mio primo libro non è stato semplice. Quando non sei noto nel mondo della cucina e vuoi pubblicare un libro un po' di nicchia, come il mio, è difficile che ti si spalanchino le porte. Il caso mi ha fatto incontrare una persona di Gribaudoe poi in realtà è stato più semplice di quanto non credessi. Mi sono trovata molto bene in Gribaudo (Feltrinelli) tanto che sono già al terzo libro con loro e non cambierei molto facilmente. Ci lavorano delle persone speciali e molto competenti, mi sento stimata e apprezzata e questo mi stimola a dare davvero il massimo e ovviamente a continuare a scrivere.
Il mio primo libro, "La cucina a impatto (quasi) zero"(2010), è un manuale per l'utilizzo di qualunque tipo di scarto, con consigli per fare la spesa e ridurre i consumi. Ecco un esempio di ricetta:
Budini di pane ai gambi di asparagi
Ingredienti:
I gambi di un mazzo da 250 g circa di asparagi
Mollica di pane secco, un pugno
Latte (sufficiente da bagnare la mollica di pane)
1 uovo
Formaggio grattugiato
Olio o burro per ungere le terrine
Sale e pepe
Preparazione:
I gambi vanno tagliati finemente, cotti al vapore per circa 15 minuti. Quindi passateli al passa verdure o ancora meglio se al setaccio. Unite alla crema di asparagi, il pane bagnato nel latte e tagliato finemente, il formaggio e l'uovo. Salate e pepate e versate il composto in piccole terrine unte con olio o burro. Cuocete in forno a 180° per 20 minuti o in pentola a pressione nel cestello a vapore per 12 minuti circa. Controllare la cottura con uno stecchino per accertarvi che siano pronti. Con la cottura in pentola a pressione ridurrete della metà il tempo necessario e risparmierete un notevole quantitativo di energia. Sformate e servite. Potete accompagnare questo piatto con una fonduta di formaggio o una salsa di verdure, ad esempio di peperoni.
"Cucinare in lavastoviglie" (2011) è il primo manuale al mondo per cuocere in lavastoviglie. L'idea è quella di sfruttare il calore dell'acqua di lavaggio mentre si lavano i piatti sporchi. Si tratta di una cottura a bassa temperatura che esalta al massimo gusto e profumi e preserva il contenuto nutritivo degli alimenti. È importante sigillare bene gli alimenti in vasetti di vetro o sacchetti per la cottura sottovuoto per poter cuocere in sicurezza.
Si può cuocere in pratica tutto, soprattutto i prodotti animali, in altre parole tutte le cose che cuociono a temperature inferiori ai 75°. Ad esempio:
Sogliola con fagiolini e sesamo
Ingredienti:
4 sogliole
200g di fagiolini
Olio extravergine
Sale e pepe
1 limone
1 manciata di semi di sesamo
Preparazione:
Lavate e asciugate le sogliole. Sfilettatele e inserite i filetti nei sacchetti per il sottovuoto. Lavate i fagiolini e puliteli spuntando le estremità. Inserite i fagiolini in un sacchetto per il sottovuoto. Disponete i sacchetti in lavastoviglie e cuocete con il lavaggio Rapido. Al termine del lavaggio aprite i sacchetti. Fate tostare leggermente i semi di sesamo in una piastra, quindi teneteli da parte. Disponete nei piatti i filetti di sogliola con i fagiolini. Preparate una citronette versando il succo di un limone in una ciotola, versate a filo due cucchiai di olio montando con una frusta. Condite con sale e pepe e versate su sogliola e fagiolini. Completate con i semi di sesamo e servite.
"Ecocucina" (2012) è un volume di 250 pagine sulla riduzione degli sprechi in cucina. Questo libro rispecchia il mio ultimo anno di blog, ovvero tantissima cucina, stimoli nuovi, esperienze, amici chef che mi hanno ispirata. Ho testato tutte le ricette sul mio fidanzato che è severissimo nel giudicare, soprattutto sul comparto dolci. Ho avuto modo di provare questi piatti anche in diversi eventi e hanno sempre avuto un ottimo riscontro. Oltre alle ricette suddivise per ingrediente/scarto, vi sono anche diversi menù a zero sprechi e diverse idee regalo da fare con quello che di solito si butta via...una vera ricetta anti crisi.
Non solo possiamo leggerti, ma possiamo pure seguirti su Gambero Rosso e su Rai1 con dei tuoi spazi. Hai quindi la possibilità di portare la tua filosofia veramente nella casa di molti italiani. Secondo te è una filosofia ancora troppo difficile da abbracciare per molti o vedi apertura?
Sicuramente dedicare uno spazio su RAI 1 alla mia cucina è stata una grande scommessa. Io stessa sono stata molto stupita di ricevere la proposta di collaborazione dagli autori del programma. Tutti i sabato mattina, in diretta verso le 7.52, a Uno Mattina in Famiglia ho presentato la rubrica La cucina Eco-nomica, dove in meno di 10 minuti preparavo e portavo in tavola ricette a basso impatto ambientale a base di quello che normalmente si butta via. L'esperienza, devo dire, è stata molto positiva, così come il riscontro del pubblico e questo mi fa pensare che forse non è poi così di nicchia e che la riduzione degli sprechi sia un concetto condivisibile da tutti, poi c'è chi ha il tempo di dedicarcisi e chi no.
Il mio programma su Gambero Rosso, Zero Sprechi, è stato poi un sogno nel cassetto che si è avverato. Una versa sfida parlare e cucinare per 30 minuti da sola davanti alle telecamere. Qui do consigli per l'autoproduzione domestica, su come tenere un orto sul balcone e in spazi ristretti e soprattutto come trasformare parti di scarto (bucce, gambi, foglie, ecc.) in piatti prelibati. Mi sono divertita molto e credo di essere riuscita a trasmettere tanto del mio pensiero.
Sono sicura che hai altri progetti nel cassetto...
Vorrei rendermi sempre più indipendente dai prodotti industriali per cui quest'anno voglio fare l'esperimento di non acquistare nulla di confezionato e fare tutto in casa...chissà che non ne nasca un nuovo libro.