martedì 22 maggio 2012

Ventagli ubriachi


Buongiorno!

Oggi voglio lasciarvi pillole filosofiche...perchè la cucina, come la vita, va presa con filosofia!
Ho letto qui che Seneca amava la cucina poco elaborata, alla buona, semplice, ma genuina. Egli scrive nel De tranquillitate animi:

“Mi piace il cibo che non debbano elaborare e sorvegliare stuoli di servi, non ordinato molti giorni prima né servito dalle mani di molti, ma facile a reperirsi e semplice, un cibo che non ha nulla di ricercato o di prezioso, che non verrà a mancare da nessuna parte si vada, non oneroso per il patrimonio né per il corpo, tale da non uscire poi per la stessa via dalla quale è entrato 7. Mi piacciono il servo alla buona e lo schiavetto rustico, l'argenteria massiccia ereditata dal padre contadino che non reca norni di artigiani, e una tavola che non si fa notare per la varietà delle venaturel e che non è famosa in città per il frequente susseguirsi di padroni eleganti, ma che sia improntata alla praticità, tale da non trattenere su di sé gli occhi di nessun commensale per il piacere né accenderli di invidia”.

Concordate?
Passiamo alla ricetta di oggi, l'ho trovata su "Cucinare coi vini lucchesi" ed ho apportato le mie modifiche.

Ingredienti:
280 gr di Ventagli Pasta Ricca
150 gr di pancetta affumicata
1 cipolla rossa
scatola di pomodorini Valgrì
olio evo Dante
100 gr di parmigiano grattugiato
sale, pepe
2 bottiglie di vino bianco
foglie di menta

Procedimento:
Tritare cipolla e pancetta finemente e far soffriggere.
Aggiungere un bicchiere di vino, i pomodorini, sale e pepe e lasciare cuocere.
Mettere a bollire l'acqua con il sale grosso, quando bolle aggiungere il vino bianco, riportare ad ebollizione e buttare la pasta, lasciandola cuocere.
Scolare la pasta e saltarla nella padella con il sughetto.
Aggiungere il formaggio e le foglie di menta.

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