Buongiorno!
L'ospite di oggi è Luca, di Roma, amministratore del blog
Per prima cosa...complimenti per il nome...a me personalmente diverte molto e, nel marasma della blogsfera, dona un tocco vero di originalità e rende l'idea (Nonna Papera docet!).
"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia." (Harriet Van Horne) così si legge appena apri il suo blog.
Luca ha un grande amore per la cucina, soprattutto per i dolci.
Ha partecipato a "Questo lo faccio io" e a "Cuochi e fiamme".
Siamo affini, amiamo il vino nel piatto, tanto che lui ha creato un contest "Il piatto diVino" ed io dovrò sbrigarmi entro il 31 ottobre a mandar ricette e poi attingere dalla lista dei partecipanti per avere nuove idee.
Ha una sezione nel blog che parla solo DiVini, molto interessante.
Partecipa a diversi eventi e ne parla nella sezione Articoli. Fa parte di Gente del Fud.
Insomma, un blogger da seguire!
Ciao Luca, foodblogger per passione o foodblogger per professione?
Il blog è nato per passione, perché cucino da sempre, prima a casa per i fratelli, poi per gli amici quando mi sono trasferito a Roma, ora per la mia compagna ed il nostro bimbo. Con il tempo però, e con mia grande gioia, il blog è cresciuto, al punto d’essere arrivato ora ad un bivio: passione o professione? Partecipare agli eventi, raccontare le piccole realtà produttive del nostro paese, recensire libri e ricettari, parlare di vino: tutto questo ha permesso al blog di crescere, e con esso sono aumentati i lettori e le opportunità. Lo ammetto, spero possa divenire una professione.
Parlaci un po' del tuo blog, quando è nato, come è nato, gioie e "dolori"...
“Per un pugno di capperi” è nato il 31 gennaio 2011, dopo una lunga attesa dovuta essenzialmente a 2 motivi: l’indecisione e la creazione del logo. Ho avuto molti dubbi prima di creare il blog perché non sapevo quanto tempo mi avrebbe preso, quante ricette avrei “dovuto” pubblicare e se avessi avuto il tempo di prepararle, fotografarle e pubblicarle. Volevo essere all’altezza, creare qualcosa di particolare, non un progetto da abbandonare dopo poco tempo, e per questo motivo ho passato intere giornate a leggere i vari blog “affermati”, per capire cosa fare. Ho perso poi un po’ di tempo perché volevo creare un logo semplice ma efficace. Oggi posso dire che un blog richiedere tempo, attenzione e molta passione: ho un bimbo piccolo e mi capita di scrivere spesso di notte i vari post, ma lo faccio con piacere perché sono molto affezionato alla mia “creatura enogastronomica”.
Se dovessi dare un consiglio ad una neo foodblogger, cosa diresti?
Di aver pazienza e ricordare che un blog è il luogo della propria passione. E’ innegabile che tutti noi, quando abbiamo pensato prima e creato poi i nostri blog, abbiamo sperato di poter essere apprezzati da tanti lettori. Questo però deve, secondo me, essere un obiettivo solo secondario. E’ gratificante essere elogiati, ma un blog nasce dalla passione e deve conservare sempre le caratteristiche fondamentali: chiarezza, spontaneità, creatività. Pubblicare i piatti che amiamo, ciò che preferiamo cucinare, ma anche gli esperimenti riusciti male, perché su un diario personale devono esser scritte tutte le pagine. Siate voi stessi, ed avrete tanti “ospiti” nella vostra cucina.
Come si avvicina un uomo al mondo dei blog e che plus può dare in questo ambiente maggiormente femminile?
Da “giovane” avrei voluto fare lo chef, ma ho preso altre strade (mi sono laureato in Statistica). Però amo troppo la cucina ed essendo il cuoco di casa ho quotidianamente l’opportunità di sperimentare ai fornelli. Quando ho scoperto i primi blog, ho capito che avrei potuto creare una vetrina personale per condividere le mie idee con altri appassionati, ma anche per lasciarmi “contaminare” dalle cucine degli altri. L’essere esperto in informatica ha poi completato il tutto, poiché sono autonomo sotto ogni punto di vista nella gestione del blog. Ho seguito corsi professionali di cucina e per un periodo ho lavorato in un ristorante, non posso fare a meno di cimentarmi con pentole e padelle, ed il blog soddisfa questa mia voglia di conoscere. Gli uomini sono davvero pochi ad oggi in questo ambiente, però è chiaro che la cucina “maschile” ha alcune caratteristiche particolari, con sapori decisi, spesso anche aggressivi e cotture importanti. Integrare queste peculiarità con alcuni aspetti della cucina “femminile” (penso al perfetto utilizzo delle spezie, all’arte della pasticceria, alla delicatezza di molte ricette) può dar luogo e nuove idee e piatti che senza questa “contaminazione” non potrebbero nascere.
Ci doni una ricetta?
Vi lascio il mio babà all’arancia.
Ingredienti:
per l'impasto
400 gr farina manitoba
160 gr burro
40 gr zucchero semolato
20 gr lievito di birra
400 gr uova intere
8 gr sale
per la bagna
1 l acqua
400 gr zucchero semolato
3 cucchiai marmellata arancia amara
5 cl aroma all'arancia
Preparazione:
Mettere in una ciotola la farina, lo zucchero ed il lievito di birra sbriciolato, mescolando con una leccapentole. Cominciare ad aggiungere le uova (sbattute), unendone 2 all'impasto, e farle assorbire perfettamente dalla farina, aiutandosi con le fruste elettriche.
Inserire le altre uova, sempre una alla volta (sempre sbattute con una forchetta), assicurandosi di far assorbire bene all'impasto ogni uovo prima di aggiungerne un altro. Mettere quindi nell'impasto il burro, molto morbido ma non sciolto (consistenza tipo "crema"), ed infine il sale. L'impasto ottenuto avrà una consistenza piuttosto molle.
Mettere l'impasto nella forma a ciambella e far lievitare per un'ora e mezza circa (anche 2 ore), o comunque fino a quando avrà raddoppiato il volume.
Mettere in forno già caldo a 180° per 20 minuti circa, quindi far raffreddare.
Per la bagna, mettere in un pentolino l'acqua e lo zucchero sul fuoco a fiamma viva. Raggiunto il bollore aggiungere la marmellata e l'aroma all'arancia e far bollire per 3-4 minuti.
Bagnare il Babà quando il liquido risulterà tiepido, quindi far freddare (anche in frigo) il dolce e servire.
Grazie Luca, hai passato la selezione!